calcoli alla colecisti

Cause chimiche della formazione dei calcoli

I calcoli alla colecisti generano la calcolosi, o colelitiasi, è una condizione caratterizzata dalla presenza di piccoli agglomerati solidi (calcoli biliari) all’interno della cistifellea, un organo deputato a immagazzinare la bile prodotta dal fegato.​

I calcoli si formano quando la bile diventa troppo concentrata e i suoi componenti principali — colesterolo, sali biliari e bilirubina — precipitano, dando origine a cristalli che col tempo si aggregano.

Le cause più comuni includono:

  • eccessiva concentrazione di colesterolo nella bile;
  • alterazioni nella composizione chimica dei sali biliari;
  • rallentato svuotamento della colecisti;
  • obesità o rapida perdita di peso;
  • diete ipercaloriche o ricche di grassi;
  • terapie ormonali e predisposizione familiare.​

In particolare, l’accumulo prolungato di bile densa porta alla formazione del cosiddetto “fango biliare” (sludge), considerato il precursore dei calcoli veri e propri.​

Sintomi principali

La maggior parte dei pazienti affetti da calcoli alla colecisti è asintomatica per lunghi periodi, e la diagnosi può avvenire in modo casuale durante un’ecografia di routine.

Tuttavia, quando un calcolo ostruisce il dotto cistico, compaiono sintomi acuti e ben riconoscibili:​

  • Colica biliare: dolore intenso nella parte superiore destra dell’addome o sotto lo sterno, che può irradiarsi verso la schiena o la spalla destra. Il dolore insorge tipicamente dopo pasti grassi e può durare da 30 minuti a 3 ore.​
  • Nausea e vomito: spesso associati al dolore, in particolare dopo l’assunzione di cibi fritti o pesanti.​
  • Dispepsia e digestione difficile: senso di pesantezza postprandiale, gonfiore o sapore amaro in bocca possono indicare una calcolosi “latente”.​
    Nei casi più gravi l’ostruzione persistente può causare colecistite acuta, con febbre e dolore prolungato oltre 6 ore , o complicanze come ittero e pancreatite biliare.​

Ecografia e diagnosi

L’ecografia addominale è l’esame di prima scelta: è non invasiva, priva di radiazioni e consente di visualizzare anche microcalcoli di pochi millimetri.

Nei casi dubbi, si possono usare altri esami come:​

  • colangio‑risonanza magnetica (MRCP) per valutare i dotti biliari;
  • colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), che permette anche la rimozione dei calcoli dal coledoco;
  • TAC addominale o scintigrafia biliare (HIDA scan) in casi selezionati.​

Oltre agli esami di imaging, vengono eseguiti controlli ematici per valutare infiammazione (PCR, VES) e funzionalità epatica (bilirubina, transaminasi, fosfatasi alcalina).

Trattamento farmacologico

Il trattamento con farmaci è riservato ai pazienti che non possono essere sottoposti a intervento. Gli obiettivi principali sono:

  • sciogliere i calcoli di colesterolo tramite acido ursodesossicolico, che rende la bile più fluida;
  • gestire il dolore con antispastici e analgesici durante gli episodi di colica biliare;
  • controllare le infezioni batteriche con antibiotici, in caso di colecistite acuta.​
    La terapia farmacologica può richiedere mesi e non garantisce la completa dissoluzione dei calcoli, per cui è generalmente considerata una soluzione temporanea o palliativa.

Colecistectomia: quando operare

La colecistectomia, cioè la rimozione chirurgica della colecisti, è l’unico trattamento risolutivo. È indicata nei seguenti casi:

  • coliche biliari ricorrenti o sintomi gravi;
  • colecistite acuta o cronica;
  • calcoli migrati nelle vie biliari principali;
  • complicanze come pancreatite o ittero ostruttivo.​

Oggi l’intervento viene eseguito prevalentemente in laparoscopia, tecnica mininvasiva che riduce i tempi di degenza e favorisce un recupero rapido. Durante la colecistectomia, la bile prodotta dal fegato viene indirizzata direttamente all’intestino tenue, senza compromettere la digestione.​

Prevenzione alimentare e dieta post‑colecisti

La prevenzione si basa su una dieta equilibrata e povera di grassi animali, insieme a uno stile di vita attivo. Le raccomandazioni alimentari includono:

  • ridurre il consumo di fritture, insaccati e latticini interi;
  • privilegiare fibre, verdure, cereali integrali e proteine magre;
  • mantenere un peso corporeo ottimale evitando diete estreme o digiuni prolungati;
  • bere almeno 1,5‑2 litri d’acqua al giorno;
  • evitare pasti eccessivi e consumare porzioni più piccole ma frequenti.​
    Dopo l’intervento chirurgico, la dieta post‑colecisti prevede pasti leggeri per alcune settimane, limitando i grassi e favorendo la digestione fino al completo adattamento del sistema biliare.

Soluzione

La calcolosi della colecisti rappresenta una patologia frequente ma gestibile, soprattutto se diagnosticata precocemente. L’adozione di buone abitudini alimentari e un monitoraggio medico regolare sono essenziali per prevenire complicanze e ridurre la necessità di un intervento chirurgico.

In presenza di dolori ricorrenti o digestione difficoltosa, è sempre raccomandato consultare un gastroenterologo o un chirurgo epatobiliare per una valutazione completa.

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