Che cosa è la sindrome di burnout?

La sindrome di burnout o «dell’esaurimento da lavoro» è la risposta ad uno stress emotivo cronico e persistente, caratterizzato da esaurimento fisico ed emotivo, tendenza a considerare le persone come oggetti, sensazione di perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività.

Chi è soggetto alla sindrome?

In genere colpisce coloro che sono impiegati nelle professioni di aiuto, nelle emergenze, nel sociale come medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco, assistenti sociali, caregiver , ma può colpire anche altre categorie di lavoratori, quella forza lavoro iperattiva, iperconnessa e schiacciata da mille impegni tra lavoro e famiglia.

Le donne sarebbero più esposte degli uomini al pericolo di esaurimento psico-fisico.

Quali sono i sintomi?

I segnali di questo malessere sono:

  1. Sentirsi prosciugati emotivamente, soffrire di nausea, non riuscire a dormire e a superare banali malattie come il raffreddore
  2. Sentirsi alienati dai colleghi e dai capi, sentirsi costantemente sottovalutati o ostracizzati
  3. Avere la sensazione di non riuscire a dare il meglio

Quando le persone cominciano ad avere questo genere di problemi sul lavoro non è infrequente l’assenteismo, commettere errori, essere distratti. A volte si diventa aggressivi anche con chi in genere si va d’accordo.

Quali sono i rimedi?

Alcuni consigli:

  1. prendersi piccoli momenti durante il quotidiano
  2. una pausa di 5 minuti ogni 20 al termine di ogni singolo compito a lavoro
  3. rivolgersi a uno specialista

Lo stress non sempre si risolve da solo, la sindrome è una patologia universalmente riconosciuta e la stragrande maggioranza della popolazione ne è affetta.

Rivolgersi a uno psicologo specialista è spesso la soluzione ideale.

Lo psicologo NON è lo psichiatra, la sindrome di burnout non rappresenta una malattia mentale ed è importante che questa venga compreso da chi ne è affetto.