Numerosi studi continuano ad evidenziare uno stretto rapporto tra COVID-19 e carenza di Vitamina D, inserendo come variabile anche alcuni fattori ambientali come l’esposizione solare
Nonostante sia passato 1 anno circa dalla comparsa del Corona Virus, la ricerca scientifica fino ad ora non ha fornito sufficienti risultati sulle caratteristiche della malattia, sui meccanismi che ne favoriscono l’aggressione all’uomo, sugli obiettivi biologici verso i quali indirizzare un trattamento farmacologico e neppure sulle caratteristiche immunologiche del virus.
Questo rende difficile l’individuazione di strategie difensive che oggi sono limitate al distanziamento e all’igiene individuale.
Vitamina D, quale è il ruolo?
La Vitamina D è nota da tempo per la sua capacità di stimolare la produzione di anticorpi in grado di difenderci dalle malattie, soprattutto da quelle infettive e virali, naturale quindi associarla al COVID-19.
Dagli studi è emerso che la presenza di ridotti livelli di Vitamina D era collegata ai casi da COVID 19 in forma severa e ad un più sfavorevole decorso clinico in presenza appunto di una ipovitaminosi più pronunciata.
Le evidenze degli studi
Fra i numerosi studi analizzeremo quindi quelli che prendono in considerazione l’utilizzo della Vitamina D per la prevenzione e per il trattamento dei pazienti COVID-19, e dai quali emergono alcune evidenze che è importante sottolineare:
- In uno studio condotto su 154 Pazienti, la prevalenza di soggetti carenti di Vitamina D è risultata del 31,9% negli asintomatici e del 96,9% in quelli che si sono aggravati al punto tale da richiedere un ricovero in terapia intensiva
- In uno studio su 76 Pazienti con scarsa sintomatologia, la percentuale di soggetti per i quali successivamente è stato necessario il ricovero in terapia intensiva è stata del 2%, se trattati con dosi elevate di Vitamina D e del 50% nei Pazienti non trattati
- In 77 soggetti anziani ospedalizzati per COVID-19, la probabilità di sopravvivenza alla malattia è risultata significativamente correlata con la somministrazione di colecalciferolo se assunto nell’anno precedente o al momento della diagnosi
- In una sperimentazione clinica su 40 Pazienti asintomatici (o con sintomi lievi) è stata osservata la negativizzazione della malattia nel 62,5% dei Pazienti trattati con alte dosi di colecalciferolo
Da questi e da altri studi si può desumere che la Vitamina D sia più efficace contro il COVID-19, se somministrata con obiettivi di prevenzione, soprattutto nei soggetti anziani, fragili e ospiti in strutture di assistenza, e in dosi elevate.
Il ruolo dell’esposizione solare
Gli effetti benefici della radiazione UV solare sulla diffusione del Corona virus e sulle sue complicanze cliniche potrebbero essere la conseguenza di una maggiore sintesi di Vitamina D verificatasi nel precedente periodo estivo nelle popolazioni delle regioni meridionali, ma anche di una possibile capacità di distruggere il virus tramite l’esposizione solare.
Di conseguenza auspichiamo che vengano organizzate campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sugli effetti sia positivi che negativi dell’esposizione alla radiazione solare e sul consumo alimentare di cibi contenenti la Vitamina D, oltre alla la sua assunzione tramite farmaci o integratori, naturalmente sempre sotto controllo medico.
Ciò potrebbe adeguatamente compensare l’ipovitaminosi D che è molto diffusa nel nostro Paese e contribuire al contenimento della pandemia, soprattutto nei soggetti anziani, fragili, obesi e rinchiusi in comunità.
Fonti degli studi e delle evidenze scientifiche del presente articolo
- Isaia G & Medico E, https://link.springer.com/article/10.1007/s40520-020-01650-9
- Charoenngam N & Holick M, https://doi.org/10.3390/nu12072097
- Jain A et al., https://doi.org/10.1038/s41598-020-77093-z
- Castillo ME et al., https://doi.org/10.1016/j.jsbmb.2020.105751
- Annweiler G. et al., GERIA-COVID Study https://doi.org/10.3390/nu12113377
- Rastogi A. et al., SHADE Study http://dx.doi.org/10.1136/postgradmedj-2020-139065
- Balla M et al., https://doi.org/10.1080/20009666.2020.1811074
- Isaia GC et al https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2020.143757
- Isaia G et al., https://doi.org/10.1007/s00198-003-1390-7
- Murai IH et al., https://doi.org/10.1101/2020.11.16.20232397
- Accademia Documento https://www.accademiadimedicina.unito.it/attivita/altro/317-vitamina-d-nella-prevenzione-e-nel-trattamento-del-covid-19-nuove-evidenze.html